Da questa consapevolezza è nato il Festival della Resilienza. Promotrice dell’iniziativa l’associazione ProPositivo, realtà nata dalla spinta di un gruppo di giovani tra i 20 e i 30 anni, sparsi per l’Italia ed il mondo, studenti e lavoratori, realisti e sognatori, uniti intorno ad un assunto semplice: se il tempo normalmente usato per lamentarci delle difficoltà lo investissimo nell’analisi e la soluzione dei problemi, saremo in grado di escogitare proposte innovative e sostenibili.
Nel corso degli ultimi 3 anni intorno al Festival si è venuta a formare una rete di oltre 50 partner sul suolo europeo, con lo scopo di creare un modello replicabile di rigenerazione territoriale, capace di mettere a sistema le realtà più virtuose in campo economico, sociale e culturale con i territori che maggiormente risentono la crisi e lo spopolamento in Italia. Quest’anno si svolgerà dal 21 Agosto al 2 Settembre e in queste due settimane promuoveremo la scoperta del Centro-Sardegna con 4 giorni di turismo attivo tra Nuoro, Macomer e Bosa. Al centro della sperimentazione il modello del Brainsurfing, un incontro tra la riflessione dinamica (brainstorming) e l’ospitalità diffusa (couchsurfing). Un itinerario che si soffermerà sulle potenzialità e criticità del territorio sul quale i partecipanti lavoreranno e che permetterà di creare relazioni umane prima che professionali tra innovatori e artisti esterni al territorio con esperti e artisti locali.
Ci concentreremo poi sul Marghine per 8 giorni con decine di eventi socio-culturali, la sperimentazione del primo InfoLab europeo e una summer schooldi formazione per la comunità su diversi temi, dall’imprenditoria locale all’euro-progettazione, dal giornalismo all’arte pubblica. Il tutto avverrà a fianco di una Residenza per Artisti che andrà a coinvolgere oltre 60 tra attori, ballerini, registi, scrittori, fotografi, street-artist e musicisti italiani e stranieri, i quali al fianco di innovatori nel campo dell’arte pubblica e delle smart cities collaboreranno per creare un progetto per il territorio, animare il festival e fare formazione alla comunità.
Un modello, quello del Festival della Resilienza, basato sull’economia della condivisione, che punta sulla rivalorizzazione e connessione delle risorse del territorio-pilota e le reti esterne, di modo da creare contaminazione e facilitare l’importazione di nuove competenze. Relazioni e professionalità che rappresenteranno la leva per animare il territorio e stimolare il nuovo protagonismo intellettuale e progettuale degli attori locali. Per creare questa potente alchimia, c’è bisogno di competenze ma anche di motivazione ed energia. Persone che abbiano interesse a contribuire allo sviluppo di nuovi metodi di gestione della complessità ma soprattutto che abbiano voglia di mettersi in gioco in un percorso di ascolto ed in un gruppo di lavoro interdisciplinare.
Per riuscire in questo è stata aperta una call artistica e una scientifica/giornalistica, al fianco dell’offerta laboratoriale attivata dal Festival.